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lunedì 24 aprile 2017

Il feticismo: che cos'è?

Il Feticismo e il BDSM sono due realtà spesso legate, ma molto differenti.
Il mio slave J.
Il feticismo è una delle pulsioni più diffuse. La sua caratteristica principale prevede un interesse sessuale non per il corpo del partner nella sua interezza ma solo per una sua parte o addirittura per un oggetto sostitutivo, che può essere un suo capo di abbigliamento o un materiale (la gomma, il lattice, il pizzo ecc). In genere, la persona feticista prova piacere nel toccare, annusare e avere un contatto fisico come leccare o succhiare l’oggetto feticcio, mentre è impegnato nel rapporto sessuale oppure in fase di masturbazione.

Il feticismo può di base dividersi in due categorie. La prima interessa la forma dell’oggetto, che ricopre una fondamentale importanza per il feticista (ad esempio le scarpe con il tacco alto); la seconda categoria interessa il materiale, che diventa la caratteristica fondamentale che deve possedere l’oggetto, come ad esempio la pelle o la seta negli indumenti o negli accessori.Di solito proprio agli occhi del feticista (termine di origine portoghese che definivano cosi proprio gli schiavi per la loro adorazione verso oggetti considerati sacri, il feticcio appunto) risulta esteticamente bello, che racchiuda in toto o in un particolare, la bellezza facendolo diventare un oggetto di venerazione; queste son le parti del feticismo che sorgono tra le pratiche/gusti che colpiscono l'occhio creando eccitazione visiva.

Il mio slave M. 
Esistono svariate pratiche feticistiche raggruppabili in base al canale sensoriale coinvolto principalmente oppure in base alla natura del feticcio. Il canale visivo (la vista) ha molto spesso un ruolo primario: si pensi ad esempio al diffuso feticismo del piede o della scarpa (in particolare al dangling, cioè quando si fa dondolare al piede una calzatura parzialmente indossata, oppure al crush fetish), ma anche ad altre forme di feticismo che riguardano altre parti del corpo come le natiche. La visione entra anche in gioco procurando piacere nell'assistere ad alcuni atti corporei quali l'urinare, defecare, starnutire oppure in altri atti come il fumare. L'olfatto e il gusto sono più direttamente implicate nell'urofilia, coprofilia, o nell'adorazione di varie parti del corpo umano. Il canale tattile svolge un ruolo principale in alcune forme di feticismo come quello che porta a indossare abiti in latex o PVC (seconda pelle), ha un ruolo anche nelle pratiche di schiacciamento come il trampling.
Riguardo alla natura del feticcio, si distinguono innanzitutto tre diverse categorie da cui questo può derivare: da specifiche parti del corpo umano (parzialismo), da fluidi o escreti biologici, e da alcuni oggetti inanimati quali possono essere gli indumenti. Le parti del corpo umano assunte come feticcio sono comunemente il seno, le natiche, i piedi, le mani, le gambe ma anche altre parti meno consuete tra cui le ascelle, il naso, i peli e l'ombelico. Tra i fluidi ed escreti biologici figurano il sudore, la saliva, l'urina e le feci. Tra gli indumenti classicamente associati al feticismo figurano la biancheria intima, le calze, i guanti, scarpe e stivali.
Il feticismo può essere inoltre legato ad alcune caratteristiche fisiche particolari quali la donna incinta, la presenza di mutilazioni, oppure il sovrappeso (BBW).


Il feticismo in letteratura
Restif de la Bretonne si sofferma in diverse sue opere su temi feticisti e in particolare sul feticismo dei piedi, che proprio in riferimento alla sua opera viene talvolta chiamato "retifismo". In Le notti di Parigi (1788-1791), per esempio, Bretonne narra dell'insana passione che porta alcuni uomini a rubare le scarpe di signore sorprese a passeggiare lungo le strade della capitale francese; in Le Pied de Fanchette (1768, opera che non conosce ancora traduzione italiana) protagonista è una donna che si serve del fascino delle sue estremità per avvantaggiarsi socialmente.

Un altro autore che ha lasciato opere considerevoli su questi temi è lo scrittore Tanizaki Junichiro, maestro della letteratura giapponese del Novecento. Il giovanile, primissimo racconto Il Tatuaggio (1909 Shisei Irezumi) esprime chiaramente, in poche righe, la centralità dei piedi nel simbolico erotico dello scrittore: piedi che hanno un'anima e si impongono come strumento di sottomissione dell'uomo nei confronti dell'onnipotente ricca carica sessuale ed esistenziale femminile. Nel romanzo I piedi di Fumiko un giovane aspirante artista scopre la smodata passione di un parente per i piedi di una ragazza che egli mantiene nella propria casa. Perfino negli ultimi giorni della propria vita non rinuncia ad assorbire il poco cibo che è in grado di mangiare dalle estremità di Fumiko. 
La figura dell'anziano folle di passione ritorna nel libro che è considerato tra i maggiori capolavori di Tanizaki: Diario di un vecchio pazzo. Un uomo, al termine della propria esistenza, tra ricordi e riflessioni, vive e racconta la propria debolezza per i piedi della nuora. Tokusuke arriverà a fare incidere l'impronta dei piedi della donna sulla sua tomba. Con la scusa di riprodurre un Bussokuseki (impronte di Buddha), egli stesso farà una litografia dei piedi della giovane Satsuko usando inchiostro rosso. L'operazione con la verniciatura, la manipolazione, l'asciugatura dei piedi, costituisce un'occasione per avvicinare l'oggetto desiderato. "Poi, quando sarò morto, non potrà non pensare: Quello stupido vecchio dorme sotto questi piedi bellissimi. Sto ancora calpestando le ossa di quel povero vecchio sotto terra".

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