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domenica 16 aprile 2017

Bdsm e virtuale

Di tutte le interazioni sessuali possibili tra esseri umani, il BDSM sembra essere tra i più adatti a succedere in un ambiente virtuale o anche semplicemente via chat o videochat. Per molti si tratta di un dato sorprendente: di solito si tende a associare a queste pratiche una fisicità estrema e radicale. La ragione principale è naturalmente che questi generi di sessualità accadono innanzitutto nella mente.

Quindi, mentre molte delle sensazioni associate al BDSM (come il dolore) sono forzatamente assenti, molte altre non solo sono presenti, ma efficaci (“fisicamente”, se si considera la mente una parte del corpo) quasi quanto nel mondo reale. La comunità BDSM residente negli ambienti digitali ha già da tempo iniziato a sperimentare strumenti e tecnologie per attuare diverse di queste pratiche: la costrizione, la deprivazione sensoriale, l’umiliazione, la sissyfication (femminilizzazione, molto efficace in un ambiente dove è possibile alterare il corpo in tempo reale), ma anche il bondage – e molte altre. Con risultati davvero sorprendenti, non solo in termini di intensità emotiva e sessuale ma anche di corrispondenza tra reale e virtuale.


Ma è vero tutto ciò? 
Secondo me, la realtà in tutte le sue sfumature, sopratutto nel bdsm, è e sarà sempre la scelta migliore. 
Le emozioni è vero si possono cogliere nelle parole, ma è solo guardando negli occhi il mio slave, vedere la sofferenza, la gioia, l'amore e le lacrime, che ottengo la mia soddisfazione. 

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