Not Safe For Work

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venerdì 28 ottobre 2016

5 anni di amore sadomaso

I Nostri Primi 5 Anni Insieme   
Oggi è un giorno speciale per me e la mia sissy Debora.
E’ il nostro 5° anniversario da quando le ho messo il mio collare.










Questo anniversario è la celebrazione dell'amore, della fiducia, della collaborazione, tolleranza e tenacia tra noi. 

Ti voglio bene Debbie.
La Tua Domina


Il giusto premio per avermi servito come desidero


Perché una safeword?

Una safeword permette di avere una comunicazione chiara, di sperimentare senza fraintendimenti. Senza guastare l’atmosfera, fa in modo che i nostri confini siano rispettati e che possiamo dosare la quantità di cose nuove che vogliamo di volta in volta. Senza toglierci il divertimento di trasgredire con il partner, come accade quando ignoriamo quali siano i limiti di entrambi e abbiamo bisogno di conferme continue. La parola di sicurezza nasce nel BDSM, ma è sempre più presente anche al di fuori di esso. 
Safeword ("veto") è una parola convenzionale, che pronunciata nel corso di un rituale o scena BDSM ha come conseguenza l'immediata cessazione dell'azione. In questo modo il sub ha la garanzia che in ogni caso saranno rispettati i suoi limiti fisici e morali.
La scelta della safeword è parte del gioco è di norma viene fatta insieme, tenendo conto che necessariamente non deve essere una parola usata comunemente per esprimere dolore, paura, compassione, etc. e quindi si eviteranno parole come: "basta", "pietà", "perdono", "mi fai male", "aiuto", etc.
L’importante è che si tratti di una o due parole su cui entrambi siete concordi e che siano slegate dal sesso. Quindi niente “basta”, “fermati”, “vacci piano”, mentre vanno bene parole come “rosso” e “giallo”, “burrito” e “maionese” o tutto quello che la vostra fantasia partorirà.
Può essere pronunciata da chiunque dei partecipanti, senza limiti e per qualsiasi motivo. Non ci deve essere la paura di ritorsioni per il suo utilizzo perché esiste apposta per evitare situazioni spiacevoli.
Ovviamente, se ci sono persone imbavagliate o che non possono parlare per un qualsiasi motivo, è sempre meglio avere anche una safeword composta da un gesto specifico: ad esempio, si può dare in mano alla persona un oggetto che può far cadere per comunicare il superamento di un suo limite.

Avere una safeword però non significa che si può fare qualsiasi cosa perché “tanto al massimo dice la safeword”. È un concetto tremendamente sbagliato, poiché non è raro che una persona durante la scena raggiunga uno stato mentale alterato (chiamato subspace) che non gli consente di valutare correttamente quello che sta succedendo: è compito della Dom stare attenta.
Una safeword però è anche un’arma a doppio taglio: un sub cerca di non pronunciarla per non deludere la fiducia e le aspettative della Dom; se la Dom crede che possa sopportare quella cosa programmata, ma il sub non ne fosse in grado, il primo sarebbe deluso quasi quanto il secondo, che sente il peso del non aver soddisfatto le aspettative della Dominante.

C’è un altro codice, chiesto principalmente dalla Top/Dom/Mistress al bottom/sub/slave, che consiste in tre colori: verde, giallo e rosso. Il verde sta ad indicare che va tutto bene; il giallo che bisogna interrompere o sospendere la pratica in corso o fermare momentaneamente la scena; il rosso che va interrotta la scena. Serve anche per verificare la presenza mentale del sub: se non risponde è perché è in subspace e bisogna usare ancora più cautela.
In ogni caso è necessario fare molta attenzione se si decide di superare i propri limiti per compiacere l’altro, perché andando troppo oltre si potrebbero rendere le cose spiacevoli per tutti.
Inoltre, è da considerare anche l’aspetto più propriamente pratico, infatti, durante il gioco si utilizzano attrezzature per esaltare il piacere che potrebbero ostacolare una dizione corretta come, ad esempio, il più in voga bavaglio con palla da tenere in bocca fra i denti, quindi se ne deduce che utilizzare frasi articolate sarebbe molto sconveniente.
La safeword va senz’altro usata dagli apprendisti e senza che il termine “apprendista” suoni negativo. Tutti siamo o sono stati ”apprendisti” e chi non vuole riconoscerlo vuol dire che ha … appreso molto poco o nulla e allora meglio fuggire a gambe levate da questa persona presuntuosa.
E’ innegabile che il Padrone o la Mistress hanno sulle loro spalle una grande responsabilità che né teorie come il Rack né ricorsi alla safeword possono in alcun modo attenuare.
La responsabilità è e resta piena, sempre e comunque.
Ritengo scorretto dare alla parte sottomessa delle responsabilità solo perchè è stata informata sui rischi e ha dato il suo consenso (teorie del rack) o perchè deve essa stessa provvedere a stabilire quando un certo gioco deve essere sospeso (safeword).
Ritengo anche diseducativo dire ai Dominanti che sono responsabili ma …. e però … forse …
Nessun ma e nessun se.
Ciò che importa è se questa benedetta safeword sia così importante e necessaria.
Io ho alcuni seri dubbi.
Personalmente io non l’ho mai usata. 

Per fare qualche esempio concreto, la safeword va usata in caso di…
– Crisi di panico
– Sensazione di svenimento imminente
– Difficoltà di respirazione
– Crampi
– Dolore da compressione nervosa
– Flashback post traumatico
– Ferita
– Cedimento della struttura cui si è appesi
– Violazione dei limiti concordati
– Persistente disagio
– Pericolo d’incendio o altra catastrofe

Mentre invece la riterrei inappropriata per cose come…
– «C’è uno spiffero che mi dà un po’ fastidio»
– «Preferirei che facessi così invece che cosà»
– «Vado un attimo a tirar fuori dal congelatore l’arrosto per stasera»

La safeword è oggi molto nota fra la popolazione grazie al grande successo avuto dalla trilogia letteraria “50 Sfumature di Grigio, di Nero e di Rosso”, dove è stata affrontata la tematica di questa pratica sessuale estrema che ha suscitato curiosità in ogni lettore e lettrice o, per i più puritani, anche una sorta di disdegno e riluttanza. Non a caso i libri sono andati a ruba in ogni libreria del pianeta, e per il film, uscito in uscita nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, con incassi record.

Nel concreto ciò significa che non appena viene invocata la safeword è dovere imperativo del dominante, nell’ordine:
– Interrompere ciò che sta facendo al sottomesso;
– Mettere in sicurezza eventuali elementi di pericolo immediato (es. corde che bloccano la circolazione, candele accese vicino a cose infiammabili, ecc.);
– Rassicurare il partner informandolo che sta già agendo per risolvere l’emergenza e che ha bisogno della sua collaborazione;
– Eliminare la fonte dell’emergenza, anche se non gli sembra grave;
– Se il sottomesso è ragionevolmente sereno e collaborativo, liberarlo da eventuali costrizioni; se non lo è, tranquillizzarlo mentre si procede con i punti seguenti, per liberarlo poi quando non c’è più rischio di gesti inconsulti o pericolosi;
– Risolvere eventuali emergenze mediche (rianimazione, posizione di sicurezza, crisi ipoglicemica, iperossigenazione, ferite, ecc.) e se necessario chiamare un’ambulanza;
– Eliminare eventuali altre fonti di disagio (pinzette, bende, oggetti penetranti, aghi, ecc.);
– Confortare il partner con coperte/aria fresca, acqua/succo di frutta e rassicurarlo parlandogli in maniera affettuosa; abbracciandolo se gradito; facendolo rilassare

Quello che non si deve fare è invece:
– Dare più importanza ai giochi che al partner;
– Preoccuparsi di fare bella figura;
– Criticare, giudicare o aggredire il partner;
– Farsi prendere dal panico;
– Riprendere immediatamente l’azione;
– Dimostrare indifferenza nei confronti del partner o ignorarlo

A conti fatti la realtà è sempre la stessa: un atteggiamento realistico e la padronanza della cultura BDSM (vera, non quella raccontata nelle fantasie erotiche dei video su Internet) rappresentano il modo migliore per godersi pienamente e senza problemi tutti i piaceri offerti dall’eros estremo. Compreso quello di poter smettere quando si vuole.




http://www.ayzad.com/it/notizie/speciali/safeword-sicuri-di-sapere-tutto/

giovedì 20 ottobre 2016

Cuckold

Con il termine inglese cuckold si usa indicare la persona che consapevolmente e volontariamente induce il proprio partner, a vivere esperienze sessuali con altre persone (che, se di sesso maschile, sono denominati solitamente bull, tori, con allusione alla funzione di monta di tali animali).
Al contrario il termine cuckquean (conosciuto anche come reverse cuckold) è utilizzato per indicare lo stesso tipo di pratica con sottomessa la donna e dominante il maschio (ovvero colui che commette il tradimento di fronte al partner femminile).
In origine il termine cuckold si applicava a mariti non consapevoli di essere vittime di adulterio: ovvero il cosiddetto "portare le corna".
Solitamente è l'uomo che trae piacere dal vedere la propria donna che compie atti di sesso con altri uomini, specie se superdotati e di colore. 


Il cuckold, inteso come il soggetto passivo di questa relazione triangolare, può vivere la propria condizione come una forma di umiliazione, che avvicina questo rapporto alle relazioni di dominazione-sottomissione tipiche del BDSM, in cui la sua partner assume l'aspetto psicologico di una vera e propria mistress. In questo tipo di rapporto, spesso la donna impone al partner cuckold regole e limiti che reprimono in varia misura la sua sessualità, ad esempio vietandogli di avere rapporti sessuali completi con lei, se non saltuariamente, oppure disciplinando le modalità in cui egli può avvicinarsi e toccare il corpo della sua compagna, ecc.; spesso, in questi casi, il cuckold assiste al rapporto sessuale fra la sua compagna e il "terzo" uomo, detto anche "bull", subendo commenti e ordini umilianti da parte di entrambi (come, per esempio, interagire lui stesso con gli attributi del "bull"). In altri casi, tuttavia, il soggetto cuckold vive questo aspetto della sessualità come un complemento della normale relazione di coppia, stringendo a volte persino un legame di amicizia e di complicità maschile con l'abituale "terzo" con cui la sua compagna si intrattiene.



La peculiarità del cuckoldismo come fenomeno culturale e sociale consiste nell'esaltazione, che in esso si manifesta, della libertà sessuale della partner femminile; difficilmente infatti il fenomeno si riscontra a parti invertite, ovvero con la donna che esorta il suo partner maschile a tradirla. Importante è, nella maggior parte dei casi, anche il costante confronto tra la virilità umiliata del cuckold e la virilità esaltata del "terzo" uomo.
Quanto descritto sopra vale anche per la partner cuckquean.
In tale pratica il piacere della persona cuckold consiste nel vedere il proprio partner avere rapporti con persone diverse e l'umiliazione derivante da ciò induce il soggetto in uno stato di sottomissione, è proprio tale condizione (il cuckold si sente mortificato e colpito nel suo controllo e la sua possessività) che produce in lui sensazioni di subordinazione e totale impotenza nei confronti di un padrone che a seconda dei casi viene identificato nel proprio partner o nella terza persona. 


All’interno di una relazione BDSM, il cuckold può vivere questa situazione in maniera umiliante, in cui la compagna impone regole e comportamenti del cuckold, che possono includere l’aspetto sessuale (controllo dell’orgasmo, come e se toccarla, assistere ai suoi rapporti sessuali con il bull, ecc…) e gli aspetti di disciplina e umiliazione (obbedire agli ordini, servire, subire il turpiloquio, ecc…).
Nel BDSM ha anche un'altra valenza: il cuckold è consapevole della infedeltà della partner ed è sessualmente eccitato proprio da essa, in quanto ne riceve uno stimolo psicologico verso l'umiliazione.
Tutto può partire dal marito che invoglia progressivamente la moglie ad avere rapporti con altri uomini, oppure può partire dalla donna che, con atteggiamento da dominatrice, impone questa forma di umiliazione al marito-schiavo.
In ogni caso egli è del tutto estromesso dal rapporto sessuale che invece avviene solo ed esclusivamente con il bull; molto spesso, al marito viene addirittura negato il sesso nel normale rapporto di coppia.
Le componenti che entrano in gioco sono parecchie: umiliazione e sottomissione, dominazione, voyerismo, esibizionismo.
Essere cuckolded è spesso una fantasia che parte dal sottomesso, con l'ulteriore elemento che almeno un'altra persona (l'amante) sa del suo ruolo di cuckold.
Il cuckold può prendere piacere nel servire la propria moglie (perchè in fondo è da lei che vorrebbe essere dominato) e, in alcuni casi, anche il suo amante (il bull).
Una fantasia ricorrente è quella in cui il cuckold porta la colazione a letto a sua moglie e al suo amante, sentendosi poi dire che vogliono essere lasciati soli per poter scopare indisturbati.
Alcuni trovano quasi insopportabilmente emozionante questa situazione.

Molti uomini fantasticano su questa forma di umiliazione psicologica: in realtà, in mancanza di una rigida disciplina mentale, non si può capire l'umiliazione come stimolo sessuale.
E se un uomo vuole essere umiliato, che cosa potrebbe essere più umiliante che vedere, o sentire o apprendere della propria donna nelle mani di un altro uomo? Cosa c'è di più umiliante della propria donna che riconosce che il suo amante è meglio dotato?

mercoledì 19 ottobre 2016

Come prendere la scossa da professionisti – 2013 remix di Ayzad


Ieri sono stato contattato da una persona che – con molto imbarazzo e parecchio dolore – mi ha confessato di essersi provocato dei danni ai genitali con uno strumento BDSM elettrico usato con troppo entusiasmo. Non essendo un medico ho potuto solo suggerirgli di rivolgersi a uno specialista sperando che le lesioni non fossero troppo gravi… ma già che c’ero ne ho approfittato per spiegargli anche il corretto utilizzo di certi giocattoli.
Se negli ultimi mesi il cosiddetto electroplay sembra infatti essere tornato di moda, il successo degli apparecchi per elettrostimolazione erotica non viene sempre accompagnato dall’informazione richiesta da tali accessori. Informazione che, come dimostra la prima riga dell’articolo, fa la differenza fra una interessante esperienza di esplorazione sensoriale e una corsa al pronto soccorso. Poiché una dozzina d’anni fa avevo già scritto qualcosa sull’argomento ho pensato allora di rispolverare quel vecchio scritto, aggiornarlo e dare il mio modesto contributo per evitare altri danni. Chi cercasse una trattazione molto più dettagliata delle tecniche di electroplay può inoltre trovarle nel mio libro BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo.

Cominciamo dalla cosa più importante, cioè un ‘disclaimer’ che questa volta ci vuole tutto. Tutte le informazioni contenute in questo articolo sono puramente orientative: derivano da ricerca su testi specifici e dall’esperienza personale e dovrebbero pertanto essere corrette, ma poiché come vedremo sono soggette a notevole variabilità individuale non possono in alcun caso essere considerate come una guida da seguire alla cieca. Anzi, vi invito specificamente a evitare ogni attività connessa all’uso di elettricità. Come dire: poi non venite a cercare me. Io ve l’avevo detto. E ora proseguiamo.
Il manuale del perfetto torturatore

I giochi con l’elettricità funzionano perché facendo passare un flusso elettrico attraverso il corpo della “vittima” si provocano delle reazioni fisiologiche. Va da se che per ottenere un flusso utile servono due elettrodi, e che fra di loro deve esserci della carne – se si toccano fra loro non servono a nulla. In ordine dalla più leggera alla più intensa, le reazioni sono:
Reazione superficiale elettrostatica (prima ancora di toccare la pelle, si “drizzano i peli” e c’è una lievissima stimolazione superficiale)
Reazione neurologica superficiale (le terminazioni nervose vengono stimolate e si ha una sensazione di “vibrazione” o “pizzicorio”)
Reazione muscolare involontaria (è il principio degli elettrostimolatori da fitness: se fai passare la corrente in un muscolo, questo si contrae anche se non vuoi. Se lo fai col ritmo giusto e nel posto giusto, la cosa si fa interessante)
Cottura dei tessuti (le cellule si friggono, e si va dalla minuscola bruciaturina superficiale all’effetto sedia elettrica, con cadaverino carbonizzato e fumante)

Morale di tutto ciò: se non volete ammazzare nessuno non dovete esagerare.

Corollario – Se fate contrarre troppo forte il muscolo sbagliato, rischiate che qualche parte del corpo vada a sbattere in giro e si (vi) faccia male, anche sul serio. Se pensate di risolvere la cosa legando il soggetto, il muscolo si contrae lo stesso e ottenete distorsioni, stiramenti, strappi e/o fratture.

Corollario 2 – Se a contrarsi male è il cuore oppure il diaframma, assicuratevi di avere una squadra di rianimazione a portata di mano.

Sembrerà ovvio, ma le parti che “sentono più la corrente” sono solo quelle a diretto contatto con gli elettrodi. Le sensazioni nella parte compresa fra un elettrodo e l’altro sono molto meno forti (anche se può essere quella che si contrae maggiormente). Chiaramente, più aumenta la distanza fra gli elettrodi, meno intenso è l’effetto dell’elettricità.

Altro principio importantissimo: a fare male non è il voltaggio, ma l’amperaggio. E siccome probabilmente a questo punto non avete già più idea di cosa stia dicendo, fidatevi di me e seguite una unica, semplicissima regola: si usano solo gli oggetti fatti apposta per questi scopi. NON si costruiscono da soli apparecchi da scienziato pazzo, NON si modificano cose già esistenti, NON si fanno esperimenti di alcun genere. Mica difficile, no? Gli oggetti appositi sono gli elettrostimolatori per uso erotico prodotti dalle aziende specializzate che trovate qui, oppure gli elettrostimolatori da fitness (ma solo se usati con intelligenza). Se vi trovate in un sex shop specializzato e avete dei dubbi, guardate il prezzo: gli articoli sicuri e più divertenti sono quelli che costano tanto. Inoltre, se vengono dagli Stati Uniti vuol dire che hanno superato i test federali e quindi sono molto sicuri – sempre che vengano applicati con criterio. Attenzione agli apparecchi marchiati Rimba, che in genere producono impulsi inutilmente violenti e pericolosi.

Un concetto fondamentale quando si usa l’elettricità è che non si può dare niente per scontato. Mi spiego meglio: se avete mai usato un sex toy, saprete che l’effetto che fa è – più o meno – sempre lo stesso. Se usate l’elettricità no. Questo dipende dal fatto che nelle attività elettriche entrano in gioco numerosi fattori non controllabili. Per esempio l’umidità della pelle (che cambia di minuto in minuto), l’area di contatto effettiva (basta un brivido, e un elettrodo a tampone si può staccare per il 50% della superficie), la posizione degli elettrodi (un millimetro più in su non si sente niente, uno più in giù è l’armageddon), e così via. In altre parole giocate pure, ma sempre con cautela e concentrazione perché questa è la tipica attività dove si fanno esperimenti insieme al partner e restando sempre pronti a interrompere. Tanto ci sono centinaia di altre pratiche che provocano gli stessi effetti, o quasi.

Ancora una linea guida che conviene tenere sempre a mente: l’elettricità scoccia. Applicandola nello stesso punto per un po’ il primo shock è fortissimo, dopo di che il corpo si abitua e risulta solo fastidiosa. In compenso, dopo pochi minuti di stimolazione complessiva (cioè senza contare le pause fra un impulso e l’altro) le cellule cominciano ad andare in elettrolisi e quindi si producono danni anche seri, magari senza nemmeno accorgersene. Quindi: o elettrodi fissi con pochi impulsi distanziati nel tempo e/o molto variabili, oppure giocate a spostare continuamente gli elettrodi. Meglio per tutti, fidatevi.

Ultima osservazione da medico della mutua, e poi smetto. La pelle non è tutta uguale. Come dire che se applicate gli elettrodi a un ginocchio ottenete una sensazione; se usate la stessa corrente sulle mucose interne della vagina o con una sonda uretrale invece sentirete delle urla da Tarzan, perché andate a stimolare una parte meno protetta agli stimoli esterni – di qualsiasi genere.

A questo punto, crediateci o no, conoscete le basi dell’elettrostimolazione erotica. Ora potete uscire a giocare. Copritevi bene, e ricordate sempre le raccomandazioni di zio Ayzad:
Fate quel che volete, ma dalla vita in giù per essere sicuri di non coinvolgere cuore e polmoni
Usate solo strumenti adatti
State attenti alle reazioni
Non accanitevi su un punto solo

Bonus per chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui – Se proprio volete fare come nei film e applicare l’elettricità ai capezzoli, fatelo solo se avete gli appositi elettrodi a pinzetta bipolare. Però io ve lo sconsiglio.
Intensità della corrente e relativi effetti

Nota: questa è l’unica tabella esistente sull’argomento, che si riferisce a una corrente alternata a 60Hz applicata continuamente. Tutti i sex toy normalmente usati sfruttano invece frequenze più elevate (e sicure) e soprattutto danno impulsi regolabili, e mai continui.



http://www.ayzad.com/it/notizie/salute/come-prendere-la-scossa-da-professionisti-2013-remix/

giovedì 13 ottobre 2016


Cuckquean

Proprio all'ultimo aperitivo a cui ho partecipato, organizzato da Sonia Pampuri, con il titolo: "Milan Munch speciale Cuckold & CuckQuean" ho imparato la parola nuova di CUCKQUEAN. 
La parola sicuramente suona familiare, probabilmente l’avrete già letta da qualche parte, o forse state semplicemente notando la similarità con “Cuckold”. Effettivamente siamo nello stesso ambito, ma diametralmente opposto: Cuckquean indica, infatti, la moglie consenziente di un marito infedele.
La definizione di cuckquean è quella di una donna che trae piacere dalla consapevolezza che il proprio partner ha rapporti sessuali con altre donne. Una condizione feticista che viene considerata come reverse cuckold cioè uguale a quella di un uomo cornuto consapevole, partecipativo e contento. Insomma una cuckquean è semplicemente un cuckold donna.
E' proprio vero che non si finisce mai di imparare.



Ho fatto una piccola ricerca su google per controllare bene i dizionari online che cosa dicevano a riguardo:
1. Urban Dictionary va subito al sodo (e quando mai non lo fa!) con: “A female cuckold. A woman who’s husband or boyfriend commits adultery. A woman who enjoys being humiliated by her husband or boyfriend’s sex with other women.” e “A wife who is compliant in her fetish for her husband’s unfaithfullness or adultery. The female equivalent of the male cuckold. Comes from the Old English word cwene, meaning Queen. The true cuckquean will be a willing participant in the sex act between the husband and the third part female and may be subjected to humiliation and degraging sexual acts by both husband and partner.”
2. Wiktionary evita di esporsi troppo con: “cuckquean (plural cuckqueans). A woman who has an unfaithful husband.”
3. Wikipedia ne parla di sfuggita nell’articolo ben più ampio (ma nemmeno tanto) riguardante i cuckold e cito: “The female equivalent cuckquean first appears in English literature in 1562, adding a female suffix to the “cuck”; Wittol, which substitutes “wete” (meaning witting or knowing) for the first part of the word, first appears in 1520.”
4. Infine, il Sex-Lexis come il n.2 rimane sul vago che più vago non si può: “In the 16 and 17 th centuries, the wife of an unfaithful husband .” (stando a questa fonte, poi semplicemente si sono estinte)

Riassumendo quindi, 2 su 4 sottolineano la natura consenziente rispetto ai rapporti del marito, mentre gli altri lasciano perdere questa sfumatura. Fa differenza? Oh sì.

Cuckold e cuckquean sono persone che decidono di affrontare a viso aperto la gelosia che sentono per il proprio partner stabile (userò talvolta moglie e marito per indicare i due partner stabili in una relazione indipendentemente dall’esistenza di un legame di matrimonio formalizzato).

Ci sono due grandi gruppi di cuckquean: quelle che praticano l’umiliazione, e quelle invece che non lo fanno. Entrambi i gruppi comprendono donne sia fuori che dentro al BDSM (quindi possono essere sottomesse come solo feticiste).
Quelle che vengono umiliate sono spesso in rapporto M/s o D/s, e tra le varie mansioni di umiliazione che loro subiscono ci può essere: cercare le donne con cui poi il marito andrà a letto; venire umiliata verbalmente dal marito; venire umiliata verbalmente dall’amante di turno; assistere al rapporto sessuale; pulire il membro di lui dai rimasugli vaginali e non dell’altra, etc. etc. andate avanti con la fantasia.
Ci sono sia coppie che utilizzano SOLO il fetish del cuckqueaning, che coppie in cui è solo una delle tante opzioni per rendere più eccitante il rapporto.
Ci sono donne che sono dipendenti dal senso di profonda umiliazione e gelosia che questo fetish comporta.
Ci sono donne che dopo anni non riescono più ad eccitarsi con altro.
Ci sono donne che riescono a vivere questa realtà 24/7.
Altre lo fanno con orari organizzati al minuto, in tempi ristretti e controllati.
Altre ne sono così divertite che lo fanno a sorpresa, quando capita.

L’altra grande fetta di cuckquean è composta da donne che non includono l’umiliazione all’interno della pratica. Possono essere sottomesse o meno, il punto per loro varia dall’usare questo fetish come botta di autostima, come gioco eccitante, come regalo per il loro Dom, ecc. Il punto è la totale assenza dell’elemento d’umiliazione, anche con l’amante (sempre tenendo conto che la curva ha il picco nel mezzo, quindi troveremo facilmente cuckqueans che una qualche forma di umiliazione la mettono qui e là a piacimento).

La cuckquean tende a immedesimarsi sia con il marito che con l’amante. Da un lato gode del piacere che prova il suo uomo, dal altro si immedesima nel piacere che il suo uomo provoca all’altra donna. Se per un cuckold è scontato che la sua donna porterà all’orgasmo l’amante, per una cuckquean l’orgasmo dell’altra è un vero e proprio fattore di successo. Per la cuckquean essere nella condizione di incertezza rispetto all’orgasmo dell’altra donna rappresenta una vera e propria vertigine che in quanto donna non può sperimentare. La cuckquean assume il pene del suo uomo come fosse il proprio e trova il suo piacere nel trovare il modo di sentirlo dentro al corpo dell’altra donna.
La cuckquean vive l’atto sessuale come momento di immedesimazione con la coppia marito-amante e non soltanto con il marito. Grazie a questo movimento psicologico la cuckquean riesce vivere l’esperienza del sesso come momento di estasi e fusione totale con il proprio partner molto più di quanto riesca un cuckold. La cuckquean può liberamente scegliere di volta in volta di cedere al piacere dell’umiliazione, a quello della complicità, al dominio o qualsiasi altra condizione psicologica la accompagni meglio al godimento totale.

mercoledì 5 ottobre 2016

Conditional compliance



Conditional compliance is the first recognized power exchange level in the BDSM community. At the conditional compliance level there is a limited exchange of power negotiated between the dominant and the submissive. Conditional compliance is applied to a relatively brief period of BDSM play and to a dominant and submissive who are not emotionally involved to a significant degree.

In conditional compliance, the dominant and submissive only engage in activities negotiated prior to the scene. Limits are set about the activities that will be involved, where both parties can be touched, the level of undress expected, and safe words, for example. Limits are not pushed and spontaneous activities are never included.

Any activities can be enjoyed during conditional compliance, so long as both parties agree on them. Blindfolding, spanking, light flogging, tickling, and using clamps are all common. Light pain is often enjoyed at this level, as the dominant isn’t usually aware how much pain the submissive can take.

Conditional compliance is appropriate for relatively short BDSM interactions, such as single scenes, one-night stands, single day, or weekend encounters. When a dominant and submissive are at the level of conditional compliance, they do not have a particularly strong degree of emotional attachment. They may not know one another very well or have developed the trust seen in many long-term dom/sub pairings. Perhaps they met at a party or online and are playing together for the first time.

Submissives rarely reach subspace during conditional compliance because they do not trust their dominants enough to completely let go. They must remain conscious of their surroundings and experiences so they can use a safe word if the scene gets out of hand.

The dominant and submissive must negotiate before progressing beyond the conditional compliance power exchange level or incorporating elements of a higher level into the relationship. This ensures both parties remain comfortable and obtain mutual satisfaction from their scenes.

Definition from Kinkly

martedì 4 ottobre 2016

Essere il recettacolo delle vostre fantasie sessuali NON è lo scopo per cui sono sui social e men che meno il motivo per cui sono Mistress.
Non mi interessano i vostri culi riempiti di chissà cosa o in ogni posizione, i vostri peni in vari stati di erezione, non mi interessa cosa vi piace leccare e da chi vi fate scopare.
Le vostre sono esclusivamente molestie.
Siete solo sfigati che non sanno rapportarsi con una donna.

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